Aiutare i bambini a fare i compiti è un bene?

Tutti i genitori prima o poi si ritrovano a fare i conti con la domanda rivolta dal proprio figlio: “Ma a cosa servono i compiti?”. Certo, sono utili per consolidare quello che si è appreso e per esercitarsi con nuovi concetti, ma non solo! Stimolano la curiosità, le capacità di organizzazione e il senso di responsabilità del bambino… Ecco come rispondere a questa domanda dunque in modo completo!

A cosa servono i compiti

Il processo di apprendimento non è immediato o spontaneo, al contrario, necessita di costante esercizio e supporto per rivelarsi efficace, soprattutto quando si parla di concetti nuovi e “diversi” come quelli insegnati a scuola, che potrebbero poi non essere immediati da recepire. Attraverso errori, dubbi, domande e traguardi raggiunti, il bambino cresce anche grazie ad uno strumento molto utile, ovvero, i compiti. Nel fare i compiti, i bambini sono inclini a sbagliare più serenamente, senza temere il giudizio dei compagni o insegnanti, e stimolati di conseguenza a ricercare la soluzione ad un problema con il proprio ritmo e a modo loro.

Inoltre, sono fondamentali per insegnare l’importanza dell’autodisciplina: per questo è importante che i genitori siano vicini ai figli nel processo di apprendimento, ma che non si sostituiscano mai a loro, altrimenti sarà uno sforzo vano. E ancora, i compiti insegnano ai bambini come gestire i propri tempi e ad imparare la logica con cui deve essere affrontato un determinato esercizio o consegna, allenando così anche le loro capacità di concentrazione. Con impegno e dedizione, si faranno sempre più responsabili, una qualità fondamentale non solo in ambito scolastico, ma nella vita in generale.

Quando aiutare i propri bambini

La prima regola fondamentale da ricordare è che i compiti vanno fatti categoricamente dai bambini. Non ci si può sostituire a loro, ma al massimo supportarli nei momenti di bisogno e accompagnarli nel processo di apprendimento: quel che conta, è che siano loro a fare i compiti, in ogni caso. Solo in questo modo si riuscirà a stimolare il senso di autodisciplina e responsabilizzazione, mentre al contrario, un continuo intervento da parte dei genitori impedisce di trarre beneficio dagli esercizi eseguiti, di testare le proprie capacità e di mettersi alla prova.

Se i figli non capiscono qualcosa e richiedono un supporto, li si deve aiutare a trovare da soli le risposte giuste, stimolandoli ad un approccio autonomo verso la risoluzione dei problemi. Certo, non è un percorso facile, e richiede tanto impegno e dedizione, ma è un approccio fondamentale per aiutarli a diventare poi degli adulti responsabili. Da qui, il ruolo di solo supporto dei genitori, che devono così legittimare l’importanza dell’impegno, della fatica di dedicarsi a esercizi e ripetizioni e di aiutare a stabilire un buon rapporto con il tempo che va dedicato al lavoro scolastico, il tutto seguendo regole precise e adottando un buon senso di organizzazione.

3 consigli pratici

Ecco qualche suggerimento utile per affrontare il momento dei compiti con serenità e in modo organizzato:

  • Stabilite un orario fisso da dedicare ai compiti e allo studio lasciando loro un tempo di relax e svago subito dopo il rientro da scuola per permettere loro di ritrovare la concentrazione ed evitando così di trovarsi a dover fare i compiti a orari tardi.
  • Favorite un ambiente utile alla concentrazione, senza schermi o apparecchi elettronici vicini, tenendo i bambini lontani da confusione e distrazioni.

Non siate severi nel correggere i bambini o troppo pretenziosi, ma ricordate che i bambini hanno bisogno di poter sbagliare per poter imparare dai loro errori in modo sempre più autonomo. Dunque, siate di supporto,