I bambini iniziano la scuola e, di conseguenza, inizia il carico di compiti da parte degli insegnanti: si tratta di una pratica utile per abituare i bambini ad organizzarsi nello studio e ad impostare, anche solo minimamente, quello che potrebbe poi rivelarsi un metodo utile negli anni scolastici avvenire.
Che i genitori siano favorevoli o meno ai compiti a casa, e che possano poi tra di loro questionarne sulle quantità, devono in ogni caso mettere da parte i loro dubbi per aiutare i figli a trasformare questo momento da incubo ad esercizio: ma quando è utile intervenire per aiutarli? E in che modo?
I bambini e i compiti da fare
I compiti ci sono e si devono fare: è una realtà da accettare ed è importante insegnare fin da subito ai bambini l’impegno e la dedizione che richiedono, anche la fatica in alcuni casi.
Proprio in questo consiste l’impegno dei genitori: aiutarli nel trovare un metodo di lavoro efficace, supportarli in caso di bisogno, considerando eventualmente strumenti come esercizi aggiuntivi e ripetizioni, confrontarsi con l’insegnante per capire l’andamento e trasmettendo ai figli l’importanza dell’avere un buon rapporto con i compiti e lo studio.
Certo, non tutte le materie piacciono e non tutti eccellono in tutto, ma quel che conta è la dedizione che si impiega per svolgere il proprio dovere ogni giorno. In che modo? Con regole precise e organizzazione. Controllando poi che tutto vada al meglio e facendosi trovare pronti ad intervenire se fosse necessario. Sono da evitare urla, punizioni, ricatti e minacce: ci vogliono tempo, pazienza e un atteggiamento positivo per trasmettere ai figli l’importanza dello studio ma, una volta avviati, è probabile che sappiano trovare e costruirsi da soli la strada che meglio si addice alle loro possibilità.
Come aiutare i propri figli se sono in difficoltà
Il supporto che si dà ai propri figli in caso di necessità non deve essere una sostituzione, quanto più un appoggio per aiutarli a trovare da soli la soluzione ad un problema. È importante dunque che, innanzitutto, i bambini abbiamo un ambiente idoneo allo studio e ben organizzato, lontano da eventuali rumori e distrazioni (assolutamente banditi tutti gli apparecchi tecnologici); il momento dei compiti poi deve essere intervallato da attimi di relax e di gioco per ritrovare la concentrazione, evitando il più possibile di non ridursi alla sera o alla domenica per recuperare tutto il da farsi.
Dimostratevi poi interessati a quello che stanno facendo: controllate l’andamento, chiedete se va tutto bene e, se hanno bisogno di aiuto, spiegategli con parole semplici quel che è richiesto dagli esercizi, portando quando possibile degli esempi esplicativi. In questo modo, li spronerete a trovare la soluzione da soli, dando loro semplicemente una “spinta” verso la strada giusta, complimentandovi poi quando arrivano alla comprensione e infondendo loro di conseguenza la giusta fiducia nelle loro capacità. Sono da evitare infine le critiche, queste spettano solo agli insegnati: non è forse vero d’altronde che sbagliando si impara?
Perché in molti sconsigliano di aiutare i bambini con i compiti
Secondo un recente studio dell’Università della Finlandia orientale e di Jyväskylä, aiutare troppo i figli nel fare compiti nuoce al loro sviluppo mentre, al contrario, spronarli a fare da soli li rende più tenaci e combattivi. Secondo i ricercatori, quando i genitori vogliono a tutti i costi aiutare i figli, sostituendosi addirittura a loro, trasmettono il messaggio: “Non sei capace di farlo dal solo”. Al contrario, l’incoraggiamento e il supporto moderato portano alla realizzazione del pieno potenziale delle loro capacità. Ecco dunque che la scuola, e i compiti, si dimostrano ancora una volta un mezzo fondamentale per diventare grandi e per imparare a farcela da soli.