Bambino che non parla ma urla: come correggere questa brutta abitudine

Nel campo della comunicazione, la voce ricopre un ruolo importante e, dal momento in cui si imparano ad articolare parole e frasi correttamente, viene utilizzata per esprimere i propri sentimenti, idee, emozioni ed altro. Non è così scontato tuttavia imparare ad usarla in modo adeguato: molti bambini infatti, specialmente tra il primo e il secondo anno di età, urlano molto e si abituano ad usare la voce in modo prorompente, rendendo complicata una comunicazione pacata e creando situazioni di difficoltà in famiglia, ma non solo. Tale abitudine può portare nel tempo a dei problemi organici alla voce, ma cosa si può fare per correggere questo problema?

Perché il bambino non parla ma urla?

Il fatto che il bambino preferisca urlare anziché parlare è dovuto al fatto che non sa come utilizzare la voce in modo funzionale e, spesso, questo problema linguistico affonda le sue radici in una più ampia incapacità di comunicazione, anche a livello non verbale. È importante dunque che i genitori stabiliscano fin da subito con lui una corretta e serena comunicazione, dedicandogli le giuste attenzioni senza sforzare troppo la loro concentrazione. Fermo restando che il carattere di ogni bambino è unico, e che coloro che presentano una natura estroversa hanno una maggiore inclinazione a farsi sentire in modo “dirompente”, è possibile identificare delle motivazioni sul perché il piccolo sia portato ad urlare anziché parlare normalmente:

  • Fattori organici: ne sono un esempio le difficoltà uditive, in quanto alterano la percezione uditiva del bambino. In questa casistica non si includono solamente i bambini con disturbi strettamente circoscritti all’apparato uditivo, ma anche coloro che presentano frequenti episodi di otite e difficoltà respiratore croniche.
  • Disprassia verbale: si tratta di una difficoltà dell’apparato fono-articolatorio nel ricostruire uno schema motorio adeguato per permette una corretta produzione verbale, determinando così un’influenza negativa sull’inventario fonetico del bambino e sulle combinazioni fonotattiche.
  • L’aspetto comportamentale: spesso, un bambino che urla sta semplicemente attuando una strategia comportamentale utile per attirare l’attenzione dell’adulto o per comunicare in un ambiente estremamente rumoroso.

Come far capire al bambino che è una brutta abitudine

Se si tratta di un problema fisico, può essere necessario l’intervento di un logopedista (previa consultazione con il pediatra); tuttavia, ci sono diversi accorgimenti che i genitori possono adottare per far capire al bambino che urlare rappresenta una brutta abitudine. Ecco quali:

  • Regolare il tono della propria voce: si tratta di un punto imprescindibile, perché il bambino prende i propri genitori come esempio, anche quando si tratta di parlare. È importante dunque comunicare con lui utilizzando un tono di voce adeguato.
  • Non arrabbiarsi: se reagiamo in modo esagerato, legittimiamo il bambino ad urlare. Al contrario, è importante mantenere la calma e non alzare la voce, insegnandogli di conseguenza a mantenere un atteggiamento pacato e un tono di voce adeguato.
  • Usare le parole giuste: frasi come “non urlare” possono confondere o far sentire a disagio il piccolo. Conviene piuttosto dimostrarsi interessati a quello che sta cercando di dire e invogliarlo a comunicare in modo civile dicendo “Sono qui”, “Ti sto ascoltando”.
  • Scoraggiare l’urlo in tutte le situazioni: è frequente che il piccolo urli per ottenere qualcosa, ma è fondamentale non cedere ai suoi capricci per non rafforzare una modalità comportamentale sbagliata.

Alcuni consigli per i genitori

Di seguito trovate ulteriori accorgimenti da adottare per correggere quest’abitudine nel bambino:

  • Analizzare il proprio stile familiare: se i genitori in primis sono soliti urlare, il bambino assimila tale comportamento e si sente “legittimato” ad avere a sua volta un tono di voce alto. Un altro fattore che influenza la comunicazione risiede nello stile di vita dei genitori: se questi hanno un ritmo veloce, il bambino, per elaborare tutti questi stimoli e reclamare il proprio spazio, si ritroverà ad urlare per stare al passo con il ritmo dei genitori stessi.
  • Ridurre eventuali rumori di sottofondo: è necessario creare sempre un ambiente ottimale, spegnendo ad esempio il televisore durante una conversazione ed evitando stimoli troppo assordanti che possono distrarre il piccolo.
  • Prestare le giuste attenzioni: se il bambino non si sente preso in considerazione a sufficienza, potrebbe adottare la strategia dell’urlo per reclamare le attenzioni degli adulti. È importante dunque dedicargli sempre il giusto tempo per farlo sentire apprezzato e per incoraggiare una comunicazione serena e stimolante.