Il ciuccio: un bene o un male?

Uno degli oggetti più amati e desiderati dai bambini è senza dubbi il ciuccio. Ne esistono modelli per tutti i tipi di palato: in silicone, in caucciù, con il corpo in plastica e la punta sferica o piatta.

Riguardo a questo tema il mondo delle mamme si divide in due categorie contrapposte: c’è chi lo ama e non riesce a farne a meno e chi invece lo evita perché capace di causare disturbi a lungo termine. Cerchiamo quindi di capire assieme i pro e i contro del ciuccio!

Un amore così grande

Il ciuccio è l’oggetto più amato dai bambini perché il movimento orale, di suzione che richiede è un meccanismo innato e naturale. Inoltre, il ciuccio funge da oggetto consolatorio che il piccolo associa proprio al grembo materno. Questo risulta quindi essere un valido rimedio al senso di solitudine e paura che si presenta in assenza della figura materna o in momenti di insicurezza.

Presentare il ciuccio al neonato non è assolutamente sbagliato, anzi. Importante però è non abusarne e non farlo diventare un’abitudine.
Alcuni bambini sostituiscono il rito del ciuccio con il proprio pollice: questo diventa un comportamento molto più difficile da controllare perché non è possibile togliere o allontanare l’oggetto causa del vizio.

Pro e contro del ciuccio

Utilizzare questo oggetto, come per tutte le cose, porta con sé dei pro e dei contro da considerare attentamente.
Il ciuccio, come abbiamo già affermato, consola il bambino in alcuni momenti di fragilità emotiva, allena il movimento di suzione e sviluppa e coordina la capacità di suzione e deglutizione ed essere uno strumento per conciliare il sonno. Il ciuccio è un oggetto che può avere anche un effetto protettivo nei confronti dei bambini dopo il primo mese perché riesce ad abbassare la soglia di risveglio e aumentare la capacità di risvegliarsi autonomamente se si verificano situazioni di apnee notturne.

Il ciuccio però, se usato malamente, può diventare anche un brutto vizio e l’unico rimedio al pianto. Può succedere anche che interferisca negativamente con l’allattamento al seno: per questo è molto consigliato dare il ciuccio al piccolo solo dopo le quattro settimane di vita, in modo tale da fargli prendere dimestichezza con l’allattamento al seno senza disorientarlo.

Quando togliere il ciuccio?

Anche in questo caso sono presenti diverse teorie a riguardo. Nonostante questo, in generale, è meglio togliere il ciuccio il prima possibile, compatibilmente con i tempi del bambino. Se si presentano momenti particolari nella sua vita, come la nascita di un fratellino o di una sorellina oppure l’inserimento all’asilo, è consigliato lasciare il ciuccio perché potrebbe essere il miglior alleato del piccolo per poter affrontare con più tranquillità questi cambiamenti.

Dai 12 mesi di vita del bambino si presenta un rapido sviluppo del linguaggio, per questo il ciuccio potrebbe iniziare a diventare un problema perché interferisce con il corretto sviluppo dei muscoli della lingua e delle labbra.
L’uso prolungato dopo i 3 anni può causare importanti malformazioni al palato, ai denti e alla masticazione.
Si consiglia quindi di iniziare ad allontanare il bambino dal ciuccio già dal primo anno di età per non incorrere in alcuna conseguenza. Se dopo i due anni è ancora un grande alleato si può incorrere in difficoltà di articolazione di alcune parole e lettere, per cui è consigliabile un consulto per la rieducazione logopedica.