Fare la pipì a letto: le cause possibili

Fare la pipì a letto rappresenta una normale fase di crescita per i bambini: essi infatti non sono in grado di controllarsi almeno fino ai 3/4 anni e, oltretutto, il 10 % dei piccoli fino ai 7 anni fa la pipì a letto.

L’espressione tecnica per definire questo fenomeno è “enuresi notturna”, che indica appunto lo svuotamento involontario della vescica durante il sonno. È un evento che, per quanto scompaia poi da solo nel tempo, rappresenta un episodio stressante sia per il bambino che per i genitori: vediamo dunque le possibili cause e rimedi per agevolare la risoluzione di questo “problema”!

Quando arriva il momento di dire addio al pannolino

Partiamo da una prima, fondamentale consapevolezza: quando si può togliere il pannolino? Gli esperti concordano nell’indicare il periodo che va dai due anni e mezzo ai tre anni e mezzo (consapevoli che si tratta di una condizione variabile da bambino a bambino); a questa età infatti, il bambino inizia a controllare la vescica e ve ne accorgete nel momento in cui, cambiandogli il pannolino ogni due ore circa, lo ritrovate a volte asciutto.

Un altro segnale che indica che è possibile procedere al cambiamento è il fatto che il piccolo annunci di dover fare i propri bisogni e che si dimostri interessato ad utilizzare il vasino. Questo va introdotto gradualmente, spiegando al bambino a cosa serva, come utilizzarlo e incoraggiarlo quando deve usarlo, proponendogli magari delle distrazioni nel mentre, come la lettura di un libro.

Se il piccolo si oppone o si mostra incerto ad effettuare il passaggio, riprovate dopo qualche settimana: quel che conta per un cambiamento efficiente è mantenere la calma (sono da evitare assolutamente frasi come “sei grande ormai, non dovresti avere il pannolino” o smorfie di frustrazione), spronarlo senza insistere e ricordargli che, se si dovessero verificare degli “incidenti”, non succede nulla, e che si può riprendere tranquillamente dalla volta successiva.

Quali possono essere le cause della pipì a letto?

L’enuresi notturna è dovuta ad una sovrapproduzione di urina durante la notte o da una capacità insufficiente della vescica: non è invece derivante da disturbi psicologici, ma chi ne soffre può poi presentare nel tempo problemi di autostima.

Si tratta inoltre di un disturbo ereditario: il 70% dei casi infatti, presenta almeno un famigliare che ha avuto lo stesso problema da piccolo e sono ancora in corso le ricerche per individuare il gene alla base di questo problema.

I bambini che ne soffrono producono troppa urina durante la notte e non riescono a svegliarsi per soddisfare il loro bisogno, dimostrando che si tratta più di un problema del risveglio che del sonno.

Come risolvere il problema

Esistono delle soluzioni semplici per migliorare e risolvere la situazione per mettere a proprio agio sia il piccolo che i genitori, partendo dal presupposto che se il bambino bagna il letto, nessuno deve sentirsi colpevole o imbarazzato per questo, ma che si tratta di un fenomeno naturale che, come si è presentato, allo stesso modo se ne può andare!

Supportare il bambino: è fondamentale rassicurare il piccolo che fa la pipì a letto, spiegandogli che è una cosa comune, che non durerà per sempre e che anche i suoi amici potrebbero avere lo stesso “problema”! Nel caso in cui ne abbiate sofferto anche voi genitori, rassicuratelo ulteriormente parlandogli della vostra esperienza e di come ne siete usciti.

Bere meno la sera: una soluzione efficace è quella di ridurre gradualmente le bevande man mano che si avvicina la sera, e di evitare soprattutto quelle con la caffeina (come tè e coca cola) che potrebbero stimolare ulteriormente il bisogno notturno. In questo modo, gli insegnerete anche a bere in base agli stimoli eccessivi, senza esagerare!
Andare in bagno prima di addormentarsi: anche se non sente un bisogno eccessivo, abituatelo ad andare in bagno prima di andare a letto, ricordandogli poi che, se anche di notte ne avesse bisogno, può svegliarsi per andarci in base allo stimolo (in questo caso, può essere utile una lucina con la quale può dirigersi in bagno), chiamandovi se necessario. Al contrario, non svegliatelo di notte per obbligarlo ad andare in bagno: questo potrebbe farlo sentire ulteriormente stressato, rivelandosi in questo modo controproducente!

Rivolgersi al pediatra: se il problema persiste dopo i 7 anni, conviene rivolgersi ad un esperto per vagliare insieme a lui le possibili soluzioni e, eventualmente, per ricorrere a dei medicinali come la desmopressina, che possono aiutare nella risoluzione del problema.