Ci risiamo, il bambino si è svegliato nuovamente di notte. I genitori si domandano a vicenda: “Vado io o vai tu?”. Alzandosi per andare a controllare cosa sia successo e per calmare il piccolo, viene spontaneo chiedersi: “Cosa provoca i risvegli notturni nei bambini? E soprattutto, esiste un modo per evitarli?” Ecco tutto quello che dovete sapere a riguardo!
Perché i bambini si svegliano di notte?
Fatta eccezione per i momenti in cui sono malati o hanno vissuto un evento stressante, i bambini possono essere soggetti ai disturbi del sonno per diverse cause: innanzitutto, non bisogna preoccuparsi se questi coinvolgono vostro figlio, in quanto si è calcolato che ben il 25% dei piccoli al di sotto dei 5 anni soffra di disturbi del sonno, raggiungendo il 10/12% nel periodo che va fino all’adolescenza.
Tra le cause principali, rientrano anche i ritmi frenetici e l’utilizzo sempre più precoce degli strumenti elettronici, che influenzano il ritmo sonno-veglia. Troviamo poi insonnia, parasonnie, disturbi del ritmo circadiano, disturbi respiratori del sonno, disturbi del movimento legati al sonno, ipersonnie e gli immancabili incubi.
Se il problema riguarda i neonati invece, i loro risvegli notturni sono quasi sempre legati ad un qualche bisogno o piccolo problema, come la fame o l’avere il pannolino bagnato. È dai 9 mesi in poi, quando si presenta l’ansia da separazione e la paura della solitudine, che si possono manifestare i disturbi del sonno ed è necessario, in quanto genitori, capire come intervenire e quali azioni preventive adottare per assicurare una nottata serena, sia per loro che per il bambino.
Come calmare il bambino
Il primo consiglio utile in caso di risvegli notturni è quello di non farsi prendere dalla preoccupazione o dalla frustrazione: se il bambino percepisce del nervosismo, gestire la situazione rischia di trasformarsi in un’impresa difficile. Bisogna poi accertarsi della causa del risveglio: fame? Sete? Incubi? Dolori? Ansia per la lontananza dai genitori? Stimoli eccessivi (come un cambiamento importante nella sua vita)?
Una volta individuato il problema, è importante farlo sentire protetto e rassicurandolo, magari per mezzo di una ninna nanna; in ogni caso, non è consigliabile prenderlo in braccio per cullarlo, coccolarlo eccessivamente o permettergli di dormire con i genitori, per evitare che il pianto notturno diventi un’abitudine per richiamare la vostra attenzione. Accarezzatelo dolcemente dunque, ma lasciate che si riaddormenti da solo nella sua culla/lettino.
Un altro consiglio è quello di dargli un oggetto “consolatorio” o dei giochini da neonati, come un ciuccio, un pupazzo o adottare delle luci soffuse per infondere una sensazione di sicurezza. È importante poi cercare di abituarlo ad addormentarsi sempre nel suo lettino/culla, in quanto trovarsi in un ambiente familiare in caso di risveglio notturno, lo aiuterà a sentirsi a suo agio.
Come evitare i risvegli notturni dei bambini?
Se i risvegli del sonno si verificano frequentemente, vi consigliamo qualche espediente utile:
- Rispettare l’orario della nanna tutte le sere: abituare il piccolo sin dalla tenera età ad addormentarsi sempre alla stessa ora è ottimale, ed è un fattore da mantenere anche man mano che cresce, adattandolo in base al suo sviluppo.
- L’ambiente e il rituale dell’addormentamento: la stanza va adeguatamente preparata, con luci soffuse e la giusta temperatura. È sconsigliato farlo addormentare in ambienti diversi, mentre è ottimale costruire e mantenere una sorta di rituale per accompagnare il bambino a letto per farlo sentire a proprio agio.
- I pasti: anche qui, vale la regola del cercare di rispettare sempre gli stessi orari, evitando di dare troppo cibo o acqua prima di dormire e favorendo in generale un’alimentazione equilibrata.
- I dispositivi elettronici: assolutamente vietati dopo cena e almeno un’ora prima dell’addormentamento per non stimolare troppo il bambino, mantenendo ogni genere di device fuori dalla cameretta.
- No ai bambini nel lettone: Dopo i primi 8/10 mesi, i piccoli vanno abituati a dormire nel loro lettino e, in caso di risveglio, non vanno tenuti in camera con i genitori, per evitare che si attacchino eccessivamente, rendendo più difficile la “separazione” notturna.