Solitamente, ci si ritrova a camminare in punta di piedi per non fare rumore o per non farsi notare. Ma quando si parla di bambini, oltre a queste due motivazioni può rientrare anche la scoperta e l’esperienza del mondo in modo diverso da come farebbe camminando normalmente. Si tratta di un’abitudine che più o meno tutti i piccoli dimostrano prima o poi, ma a cosa è dovuta? E a quali segnali bisogna presentare attenzione nel caso in cui questo atteggiamento debba corretto?
Come mai i bambini camminano in punta di piedi?
Un bambino inizia a camminare autonomamente tra i 12 e i 16 mesi: ai suoi esordi. Il piccolo cammina con entrambe le braccia alzate e in avanti per incrementare la stabilità della posizione eretta. Inoltre, le ginocchia sono leggermente flesse e le gambe sono allargate per aumentare la base di appoggio. In questa fase, i bambini potrebbero sviluppare delle modalità di deambulazione particolari, come appoggiare i piedi a terra sulle punte, che potrebbero mantenere poi anche dopo aver raggiunto una certa stabilità e confidenza nell’andatura.
Nonostante per lo più il camminare in punta dei piedi sia un fatto che si risolve in pochi mesi, dovuto appunto al trovare la propria strada per imparare a camminare come si deve, è opportuno prestare la giusta attenzione se questo non succede entro il secondo anno di vita e, eventualmente, sottoporre il piccolo ad ulteriori accertamenti dietro consiglio del pediatra. Molti bambini intorno a quell’età camminano in punta dei piedi per gioco, o potrebbero essere portati a farlo con l’uso del girello, ma se si nota che non appoggiano mai la pianta del piede a terra o se camminano in modo strutturato, è consigliabile appunto indagare ulteriormente, per accertarsi che questa abitudine non abbia un’origine precisa, sia essa di natura ortopedica, neuromuscolare o altra.
Come aiutare il bambino a non camminare sulle punte?
Se notate che vostro figlio ha una certa predisposizione verso il camminare sulle punte, potrebbe essere indicato aiutarlo ad identificare la corretta modalità di deambulazione, avendo cura di tenere sotto d’occhio se quest’abitudine dovesse continuare anche oltre i 2 anni di vita come evidenziato nel paragrafo precedente. Ecco qualche consiglio utile a riguardo:
- Esercizio: provate a proporre dei giochi di equilibrio, anche utilizzando dei semplici cuscini in gommapiuma leggermente rigidi, per aiutarlo ad esercitare questo aspetto e ad appoggiare completamente i piedi senza incertezze.
- Pesi: l’utilizzo di pesi, anche semplici sacchetti contenenti del riso, aiuta il piccolo ad acquisire consapevolezza del piede nella sua interezza. Ecco perché, oltre a fargli sollevare tali sacchetti, è consigliabile creare dei percorsi di camminata mentre regge il sacchetto sulla parte superiore.
- Ginnastica: esistono tutta una serie di esercizi (percorsi a ostacoli, piegamenti e giochi come quello della campana) che prevedono l’utilizzo dei piedi completamente a terra. Questi sono utili per indicare al bambino il modo più corretto per camminare e appoggiare il piede.
Come correggere il piede storto?
Se notate che, oltre al camminare in punta dei piedi, vostro figlio poggia il piede in modo anomalo, potrebbe essere il segnale di piede storto. È opportuno dunque farlo visitare dal pediatra per individuare la causa specifica e, eventualmente, il percorso da seguire per correggere questa anomalia. Tra le possibili soluzioni, troviamo l’utilizzo di un tutore apposito (il metodo più consigliato per avere risultati sul lungo termine), di scarpe adatte o plantari ortopedici, e la pratica di esercizi correttivi e postulari pensati appositamente per i più piccoli.