Perché i giochi di squadra sono importanti per i bambini

I giochi di squadra sono passatempi essenziali per i bambini poiché migliorano l’empatia, la capacità di condivisione e la fiducia negli altri. “Condivisione” è proprio la parola chiave delle attività di gruppo: si condivide la preparazione, la frustrazione, il successo, la stanchezza, la gioia.

Per questi motivi, i giochi di squadra (sia gli sport come calcio e pallavolo, sia le attività ludico-ricreative come i giochi di ruolo) sono utilissimi per tutti i bambini e, in particolar modo, per i bambini più solitari, perché li spronano a mettere in comune i loro sentimenti e i loro obiettivi con coetanei che si trovano nella loro stessa situazione.

L’importanza dei giochi di squadra

Il gioco è lo strumento più immediato per iniziare ad educare il bambino, a partire dalla prima infanzia: le attività ludico-ricreative anticipano l’apprendimento che si intensifica con l’arrivo a scuola e si associano poi a quest’ultima, per garantire ai piccoli uno sviluppo completo. Fin dai primi anni di vita, il gioco di squadra assume un ruolo fondamentale nel percorso del bambino, sia a livello di crescita cognitiva, sia di quella affettiva. A questi due aspetti si unisce quello sociale, a partire dal quarto-quinto anno di età, quando giocare non è più un’attività solitaria ma diventa “di squadra”. Confrontarsi con i propri coetanei aiuta il bambino ad aumentare le capacità empatiche e a superare le prime timidezze. 

La squadra lavora per raggiungere “obiettivi comuni” e questo riesce a rendere più tranquilli anche i bambini più vivaci. La condivisione di esperienze aiuta a sentirsi meno soli: nasce un continuo confronto tra i membri del gruppo di gioco su dubbi, perplessità, incertezze e fatiche che rende meno paurosa ogni difficoltà e questo può rivelarsi un vero e proprio antidoto contro le insicurezze e la scarsa autostima. Ma giocare in squadra significa anche avere delle regole e cominciare – anche solo per emulare gli altri – a sviluppare il senso del dovere. Da non sottovalutare, poi, il ruolo di agonismo e ambizione: il gioco di squadra, infatti, spesso induce i piccoli a fissare i primi obiettivi e capire che per raggiungerli sia necessario impegnarsi.

Perché ad alcuni bambini non piacciono

Alcuni bambini iniziano a socializzare in modo naturale, ma altri fanno fatica a farsi degli amici o a unirsi alle attività di gruppo, per questioni di timidezza, insicurezza, paura del confronto con l’esterno, con l’altro. A volte, per alcuni bambini più chiusi e introversi, ci vuole tempo perché desiderino e imparino a giocare con gli altri coetanei. Tuttavia, in una società sempre più tendente all’isolamento e alla dipendenza dalla tecnologia, fare in modo che il bambino preferisca giocare con i coetanei (magari all’aria aperta), invece di passare le proprie giornate davanti a tv, pc e videogiochi, è molto importante, perché può risultare un atto rivoluzionario con potere salvifico, avviando il piccolo verso uno stile di vita sano e attivo e scongiurare il rischio di sedentarietà.

Un altro modo di imparare la lingua sono le poesie. Per stimolare il ragionamento, invece, i giochi da tavolo sono sempre ottimi. Inoltre, attraverso questi, i bambini sviluppano strategie mirate a uno scopo specifico e devono essere flessibili per adattare le proprie azioni alle varie dinamiche. I giochi da tavolo aiutano anche a sviluppare la cooperazione tra i membri del team o una sana competitività e con essi i bambini sperimentano i sentimenti di vittoria e di perdita: ciò li può aiutare a gestire le emozioni e la tolleranza alla frustrazione. Anche la creatività è un’abilità molto importante da incoraggiare: è quella che consente di risolvere i problemi dando soluzioni mai messe in atto prima, è uno degli obiettivi più profondi dell’apprendimento.

Come invogliarli a divertirsi con gli altri

Esistono alcune strategie e accorgimenti per invogliare i bambini più introversi e sedentari a divertirsi con gli altri in attività di gruppo, ad esempio: 

  • rendere il bambino più fiducioso con amore, affetto, supporto e attenzione, poiché, se si sentirà sicuro di sé, avrà più coraggio e probabilità di iniziare a socializzare sin da subito;
  • insegnare al bambino la generosità, spronandolo, per esempio, a fare con le sue mani un piccolo regalo e a donarlo a qualcuno; 
  • insegnare al piccolo l’importanza e la bellezza di condividere le proprie cose, lodandolo quando compie dei gesti nobili;
  • simulare in casa delle situazioni di socializzazione con fratelli, sorelle e/o genitori che agiscano da “compagni di gioco” per fare pratica; 
  • dare il buon esempio, poiché al bambino verrà più spontaneo giocare con altri bambini se vedrà il genitore interagire con amici e parenti e trattare bene gli altri.