Neonato nervoso: da cosa può dipendere?

Ebbene sì, anche i neonati sono nervosi: il loro pianto, che nei primi due mesi di vita può manifestarsi anche per più di due ore al giorno, può dipendere da diverse ragioni, tanto che i genitori si mostrano spesso preoccupati nel cercare di capire cosa li spinga a piangere.

Mancanza di sonno o di cibo? Sintomi di un qualche malessere? Prima di tutto, prendete un bel respiro e non andate in panico: analizzare le “caratteristiche” del pianto, può essere utile per individuare la natura del nervosismo, capendo di conseguenza come intervenire per aiutare il proprio piccolo! Ecco tutto quello che dovete sapere su questo “stato d’animo” infantile.

Il carattere dei neonati

Un famoso studio di psicologia infantile, condotto dai pediatri americani Alexander Thomas e Stella Chess alla fine degli anni ’70, ha evidenziato come, per quanto il carattere di un bambino venga influenzato dall’ambiente, dalla famiglia e dalla condizione in cui nasce, il cosiddetto “temperamento” rappresenti in realtà un carattere distintivo genetico immodificabile. Questo si può definire come il modo in cui un individuo reagisce all’ambiente e agli stimoli esterni e, nei neonati, un modo per identificarlo è capire “come” piangono: quanto forte? Per quanto tempo? Per quali cause?

Questo studio ha così permesso di individuare 4 tipologie di neonati:

  • Bambino “facile”: circa il 40% dei bambini, che si adatta bene alle nuove esperienze e situazioni, tendenzialmente positivo.
  • Bambino “difficile”: circa il 10% dei bambini, dall’animo emotivo, irritabile, agitato. Piange spesso. Questi tipi di bambini hanno ritmi biologici irregolari, con reazioni emotive intense e negative.
  • Bambino “lento a partire”: circa il 15%, che impiega poca energia nelle proprie attività e si muove meno degli altri, adattandosi lentamente alle novità.
  • Bambino “non categorizzato”: circa il 35%, che mostra una gran variazione nei tratti e combinazioni, in modo estremamente individuale.

Quando il neonato diventa nervoso durante la poppata

Durante la poppata, è possibile che il neonato mostri dei segni di irritabilità: questo indica che il momento del pasto, che dovrebbe essere gratificante, è rovinato da qualcosa che lo turba, e le cause di quest’irrequietudine possono essere molteplici. I segnali di disagio vengono facilmente colti dalla mamma: il piccolo si agita, tende spesso a bloccarsi mentre succhia e si mette a piangere. Ecco qualche motivazione che potrebbe portarlo ad essere nervoso:

  • La posizione in cui lo si allatta è scomoda per lui, tanto da rendergli difficoltoso il momento del pasto. In questi casi, l’uso del cuscino per l’allattamento potrebbe essere la soluzione ideale per rendere più confortevole il momento della poppata.
  • Il flusso del latte è o troppo forte (in questo caso si ritrova a succhiare troppo velocemente) o troppo debole (quindi il bambino, affamato, fa fatica a mangiare). Controllate sempre il flusso e aiutatelo in caso a succhiare nel modo corretto.
  • È improbabile che si tratti di coliche, perché queste si verificano tendenzialmente al termine o all’inizio del pasto.
  • Se si tratta di un fenomeno che si verifica con costanza, contattate il pediatra, che saprà indicare le possibili cause, e di conseguenza, le soluzioni di intervento migliori.

Cosa fare per calmarlo

Innanzitutto, si devono capire le ragioni che spingono un bambino a piangere: se ha fame, sonno, se sta male, se ha caldo o freddo… Ci sono tuttavia dei trucchetti universali che possono tornare utili per calmarlo se nervoso:

  • Avvolgete il bimbo in una coperta, meglio se in posizione fetale. Questo funziona purché il pianto non sia dovuto a fame, sete o dolore.
  • Tenetelo vicino a voi, soprattutto nei primi mesi quando potrebbe soffrire di problemi di digestione, senza dimenticarvi di trovare una posizione confortevole anche per voi.
  • Chiedete aiuto a persone di fiducia (il padre, la nonna, una zia) per aiutarvi a calmare il bimbo. Quando si è stanchi infatti, è difficile essere calmi e rassicuranti, e il bimbo potrebbe percepire lo stress, agitandosi ulteriormente.
  • Una volta stabilito un metodo efficace per calmare il neonato, attenetevi allo stesso fino a quando non smette di piangere, per infondergli la giusta sicurezza.